OSSERVATORIO NAZIONALE ABUSIVISMO PROFESSIONALE

Cara collega, Caro collega,

la Professione Ostetrica alla quale la legge riconosce delle prerogative e competenze ben definite, negli ultimi anni si è trovata a dover subire la concorrenza di figure non meglio precisate, che vantano titoli conseguiti mediante corsi orientati in maniera non specifica, spesso di breve durata e che vanno a sovrapporsi senza uno preciso indirizzo, all’assistenza della donna gravida.

Nello stesso tempo anche altri professionisti della sanità sono entrati su spazi di competenze non attribuibili al proprio profilo professionale.

Dobbiamo identificare da dove vengono questi attacchi alla nostra professionalità e tenerci pronti a stigmatizzare ogni comportamento che dovesse travalicare ed invadere le nostre competenze.

Per questo motivo e sotto questo impulso, nel 2012 abbiamo aperto Osservatorio per l’Abusivismo Professionale, che ha come obiettivo quello di raccogliere segnalazioni e censire i siti ed altri spazi dentro e fuori i network, da tenere sotto osservazione, invitandovi a segnalarcene di nuovi.

Dobbiamo unirci per poter difendere la nostra professione! Non è più il tempo di stare a guardare quello che accade nelle nostre vicine organizzazioni; non è più il tempo di pensare che forse qualcuno si potrà occupare di questo problema. Dobbiamo farlo noi tutte/i insieme!

L’abusivismo sta diventando una piaga della nostra realtà professionale e non possiamo permetterci di stare inermi, dobbiamo fare scudo con la nostra unione e tirare fuori con il nostro agire tutte quelle situazioni di abuso o presunto abuso, che minacciano la nostra valenza professionale. Se questo è vero per la tutela della professione in genere, diventa obbligo morale per la tutela delle Giovani Ostetriche che non lavorano a causa di queste figure; non ultimo per importanza il nostro dovere di proteggere le Famiglie da pubblicità ingannevoli e dall’assistenza non appropriata.

Solo con il nostro movimento, con il nostro diniego, con le nostre denunce potremmo difendere ciò che ci appartiene.

L’esercizio abusivo di professione è un reato sancito dall’art. 348 c.p.: “Chiunque abusivamente esercita una professione(1) per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato (2229) è punito da sei mesi a tre anni con la multa da euro 10.000 ad euro 50.000. La condanna comporta la pubblicazione della sentenza e la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e, nel caso in cui il soggetto che ha commesso il reato eserciti regolarmente una professione o attività, la trasmissione della sentenza medesima al competente Ordine, albo o registro ai fini dell’applicazione dell’interdizione da uno a tre anni dalla professione o attività regolarmente esercitata. Si applica la pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 15.000 ad euro 75.000 nei confronti del professionista che ha determinato altri a commettere il reato di cui al primo comma, ovvero ha diretto l’attività delle persone che sono concorse nel reato medesimo”.

         Note

(1) Il requisito dell’abusività richiede che la professione sia esercitata in mancanza dei requisiti richiesti dalla legge, come ad esempio il mancato conseguimento del titolo di studio o il mancato superamento dell’esame di Stato per ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione. Integra il reato anche la mancata iscrizione presso il corrispondente albo.

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